martedì 28 luglio 2009

CINNAMON (racconto pubblicato il 28.7.2009 su Il Resto del Carlino, La Nazione, il Giorno)




Seduto alla nuova scrivania mi sentivo frastornato. Sarà stata l’emozione, ma era una di quelle giornate in cui non metti bene a fuoco ciò che vedi. Guardavo gli oggetti intorno a me: il tavolo pieno di plichi con la striscia diagonale nera, ai lati due telefoni, uno bianco ed uno rosso. Dalle pareti i vecchi Padri mi osservavano in cerchio. Quando sei nuovo in un posto ti senti a disagio e non ti attenti neppure ad andare in bagno. Dovevo necessariamente fare qualcosa, cominciare da qualche parte. Decisi di aprire il cassetto della scrivania: completamente vuoto. Pensai di inaugurarlo mettendoci dentro qualcosa di mio. Così avrei esercitato il mio dominio, come un leone nel suo territorio. Mi frugai in tasca. Ecco, gli occhialini potevo lasciarli lì, tanto riuscivo a leggere anche senza.
Nell’altra tasca della giacca trovai un chewing gum. Me l’aveva sicuramente infilato Sasha: un pensiero per farsi ricordare da me. Lo scartai ed iniziai a masticarlo: terribile! Recuperai dal cestino la carta in cui era avvolto per vedere il gusto: era alla cannella! Lo sputai subito in mano e mi misi alla ricerca di qualcosa in cui buttarlo. L’involto originario era troppo piccolo, il chewing gum con quelle due o tre masticate si era ingrandito. Cercai un pezzo di carta più grande, ma non potevo prendere i fogli nei plichi.
Quell’attimo di indecisione si rivelò fatale. Il chewing gum si era asciugato ed era divenuto appiccicosissimo. Tentai di allargare indice e pollice, ma la melassa rosa si estese da un dito all’altro senza staccarsi. Poi feci il secondo, decisivo errore: provai a staccarlo con l’altra mano e così mi trovai completamente invischiato, come un insetto in una ragnatela.Fu in quel momento che, dopo aver bussato e non aver atteso la mia risposta, il segretario entrò. Io, imbarazzatissimo, mi nascosi istintivamente sotto la scrivania, mentre lui, che aveva notato il mio inabissamento repentino, chiese:


- Ehm … mister President, mister Obama … what happens?